di Giacomo Galeazzi in www.lastampa.it del 25 luglio 2021
Nelle missioni fa scalpore il negazionismo no vax dell’Occidente. «In Africa meno del 2% della popolazione è stata raggiunta dalla vaccinazione. Non sappiamo qual è la situazione nella savana, nelle campagne - afferma il missionario comboniano, padre Giulio Albanese -. La salute è un dono di Dio e il vaccino è salute, salvezza. Rifiutarlo come avviene in Occidente è una forma incomprensibile di oscurantismo. Significa tornare alle logiche medievali, all’oscurantismo peggiore. Nessuno può permettersi di essere negazionista di fronte a una tragedia collettiva di queste dimensioni». Padre Giulio è stato il responsabile delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie, dal 2018 è membro del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo della Conferenza episcopale italiana, prosegue: «Il negazionismo e l’irrazionalità no vax in Occidente dimostrano la necessità di una formazione degli adulti. Pensiamo ai nostri nonni. Perché loro non si sono fatti questi assurdi problemi con il vaccino per la poliomielite e il vaiolo?».
Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnato da anni nei corridoi umanitari nel canale di Sicilia. «In Africa ancora oggi si verificano stragi terrificanti per una banale indisposizione che un antibiotico potrebbe curare in pochi minuti. E intanto l’uomo occidentale non trova di meglio che tirare in ballo marziani, 5G, nanochip, inesistenti linee cellulari nel tentativo di gettare al vento ciò che sta scudando milioni di fragili e consentendo alla sanità pubblica di rimettersi faticosamente in piedi dopo il primo tsunami pandemico- afferma don Buonaiuto-. Le immagini sconvolgenti delle vittime di Covid abbandonate lungo le strade nei paesi poveri interpellano la nostra coscienza e rendono ancora più stridente la diffusa sottovalutazione della tragedia in atto. Quanto più si estende la macchia nera di morte del “virus killer”, tanto più risulta incomprensibile la negazione di una situazione globalmente devastante». Aggiunge don Buonaiuto: «Nelle stesse ore in cui in Amazzonia o in Indonesia perdono la vita migliaia di innocenti per la mancanza di minimi strumenti sanitari, come una bombola di ossigeno o la possibilità di un supporto medico, in Occidente si edificano colossali teorie cospirazioniste per rigettare rimedi sicuri ed efficaci quali le vaccinazioni di massa. Tutto ciò è «frutto di una mentalità visionaria che vede il male dove è il bene e il bene dove è il male. Senza le scoperte scientifiche moriremmo ancora per patologie oggi derubricate a banali malanni. Prima della penicillina bastava un semplice taglio per rischiare la cancrena. Senza antitetanica qualunque incidente domestico poteva rivelarsi letale. La nota più stonata, poi, è quella di chi non trova di meglio che crocifiggere papa Francesco per il buon senso con cui ha definito un dovere morale vaccinarsi e un obbligo internazionale garantire le dosi anche alle nazioni più indigenti. Insomma, i principi non negoziabili, la fedeltà all’auctoritas papale valgono a intermittenza, solo quando servono a supportare alcune posizioni a scapito di altre. Del resto il Magistero parla chiaro sulla totale complementarietà tra fede e scienza- sottolinea don Buonaiuto-. Non può quindi che lasciare allibiti il revival di un cavallo di battaglia delle epoche più buie: il braccio di ferro tra fede e ragione. L’errore di scontrarsi sui vaccini anche in nome di presunte ragioni identitarie era già stato confutato nell’enciclica del ’98 da San Giovanni Paolo II. Il cristianesimo non presuppone affatto un conflitto inevitabile tra la fede soprannaturale e il progresso scientifico. Il punto di partenza stesso della rivelazione biblica è l'affermazione che Dio ha creato gli esseri umani, dotati di ragione - evidenzia don Buonaiuto-. La scienza, nel rispetto dei valori inviolabili della dignità umana, ha contribuito alla protezione dell'ambiente, al progresso dei Paesi in via di sviluppo, alla lotta contro le epidemie e all'aumento della speranza di vita. Rappresenta, quindi, un dono provvidenziale ed è di per se stessa parte del piano del Creatore. Fede e scienza alleate per il bene comune. A meno che non si voglia regredire all’epoca in cui si condannava Gesù perché guariva le persone anche di sabato».
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