di Ferdinando Camon in Avvenire del 16 febbraio2022
Guerra o non guerra? Non guerra per ora, a quanto pare. Ma il dilemma resta, e ci spaventa tutti, governanti, politici, ma anche giornalisti, scrittori, padri e madri di famiglia. Se scoppia la guerra, cambia la vita, cambia l’informazione, televisiva e giornalistica, cambia la morale, l’etica: cambia l’uomo. Che l’uomo sia un lupo, nella lunga pace l’avevamo dimenticato. Se scoppia la guerra, ce lo ricorderemo di colpo.
Nell’attesa, viviamo di previsioni. I tg mostrano file di carri armati, eserciti in marcia, postazioni di cannoni... Dunque, se sarà, sarà in Ucraina una guerra del tipo passato? Come quella del 40-45? Niente di futuristico? Missili, droni? Notizie ultrasegrete han detto a lungo che la guerra dovrebbe scoppiare a breve: la Russia potrebbe fare il balzo da un momento all’altro. Ci dicono che nuove truppe vengono ammassate da giorni. E ci mostrano i soldati armati: hanno armi di ieri, e le armi di ieri della Russia sono migliori delle armi di ieri della Nato. Una notizia maligna dice: per porre rimedio al divario, l’America chiede aiuto all’Italia, cioè alla Beretta. La Beretta fa le armi-di-ieri, dalla pistola al fucile, migliori del mondo. La pistola Beretta è leggerissima e precisissima, e può contenere fino a 15 colpi, due file da 7 più un colpo in canna. È l’arma con cui la nostra polizia ha sgominato le brigate rosse. Usando le armi, anche chi è cristiano e pacifista, come me, capisce l’epica del combattimento, della vittoria, dello scontro a fuoco. Le armi sono fatte per distruggere. Non salvano niente. Con le armi, dalla pistola all’aereo, distruggi e basta.
La guerra non ha un’altra etica, ha soltanto un’anti-etica. Non ha un’altra morale, è immorale e basta. La tattica militare è la tattica di fare del male, nella tattica militare ogni male è tollerato e permesso, anche lo stupro, perché serve a fiaccare il nemico. Abbiamo avuto guerre a noi vicine, come la guerra civile in Jugoslavia, in cui abbiamo visto i cecchini aspettare per ore nascosti davanti a un asilo, finché appariva un bambino: allora sparavano. Bersaglio inutile? No, altamente remunerativo, perché fiacca una famiglia, la piega nella disperazione. E se pieghi tante famiglie, pieghi un popolo, ce l’hai in pugno, lo prendi.
L’umanità, lo ripetiamo da sempre, farà un vero passo avanti nella convivenza quando bandirà la guerra. Quando stabilirà che la guerra è un tabù. Non solo non si può fare, ma non si può neanche pensare. Un popolo che fa una guerra dovrebbe essere espulso dalla comunità degli altri popoli. Dovrebbe suscitare riprovazione. Una famiglia dove si pratica l’incesto non fa parte del villaggio, sconta la condanna di tutti. Questa condanna dovrebbe incontrare chi fa una guerra. Non dovrebbe arrivare un tempo come questo, in cui i giornali cercano di spiegare il senso di un attacco improvviso. La cultura politica e militare (e aggiungiamo, purtroppo, 'specialmente italiana', siamo pur sempre la patria di Machiavelli), ci ha costruiti sulla convinzione che chi attacca per primo e vince, ha ragione. Dovremmo arrivare al pensiero opposto: vuole e fa la guerra chi ha torto, chi ha ragione la ottiene per altre strade.
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