di Daniela Fassini in “Avvenire” del 21 giugno 2022
Fa caldo e non piove da mesi. È un’ondata di calore e secca senza precedenti per questa stagione. Ma non è solo emergenza siccità in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, lungo cioè, il bacino del Po. La desertificazione avanza non solo nel Nord Italia ma in tutto il mondo a causa del riscaldamento globale provocato dall’uomo.
Il bollettino di guerra della Giornata dell’Onu per la lotta alla desertificazione e alla siccità, non lascia ben sperare. Sono circa 200 i Paesi al mondo colpiti in qualche misura da questo fenomeno, per 1 miliardo di abitanti. Tra gli stati più colpiti ci sono Cina, India, Pakistan e diverse Nazioni di Africa, America Latina, Medio-Oriente. Ma anche Stati dell’Europa mediterranea, come Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta e Italia. Negli ultimi anni, l’Europa meridionale è diventata fino al 20% più secca. Negli ultimi 25 anni il nostro paese è stato colpito da 4 grandi siccità (nel 1997, 2002, 2012, 2017), con danni per oltre 5 miliardi di dollari.
La siccità di questi giorni, quando l’estate è appena cominciata, nel Nord del Paese minaccia fino a metà della produzione agricola. «L’emergenza siccità e la scarsità di acqua – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono due problemi con i quali dovremo convivere. Per questo prima di tutto serve rivedere gli usi e i consumi, puntando ad una diminuzione di prelievi ed un efficientamento degli usi. Una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali».
Secondo l’Anbi, l’associazione italiana dei Consorzi di bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di rischio desertificazione. Seguono Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%).
Nel Nord Italia, secondo Cia-Agricoltori italiani, questa estate è a rischio fino al 50% della produzione, con danni che potrebbero arrivare a 1 miliardo di euro. Anbi e Confeuro ribadiscono come sia necessario costruire nuovi invasi (ora si raccoglie solo l’11% dell’acqua piovana) e Confagri ricorda che il 40% dell’acqua immessa negli acquedotti va dispersa per falle nelle tubazioni.
La prolungata siccità di quest’anno ha provocato e sta provocando danni alla biodiversità, sottolinea il Wwf, soprattutto a tutti quegli organismi legati alle acque interne: il prosciugamento di molte piccole e grandi zone umide, tra marzo e maggio, ha impedito o ridotto drasticamente la riproduzione di molte specie di anfibi, alcune delle quali in uno stato di conservazione già critico.
Ci sono state morie di pesci in tratti fluviali e zone umide rimaste completamente a secco; inoltre l’asciutta di molti ecosistemi sta mettendo ancora di più in crisi molte specie autoctone favorendo l’ulteriore diffusione di specie esotiche. La siccità sta causando un groviglio di problemi economici e ambientali che si complicano, inesorabilmente, l’uno con l’altro.
La portata del Po è ai minimi storici, si vede ad occhio nudo e con le misurazioni della portata. A Pontelagoscuro, nei pressi di Ferrara, è arrivato a 180 metri cubi al secondo, come un fiumiciattolo. Questo fa sì che il temutissimo cuneo salino avanzi: meno acqua c’è nella parte finale del fiume, più il mare si fa aggressivo e risale rendendo di fatto inutilizzabile l’acqua del fiume per l’irrigazione perché è salata, ma creando anche molti altri problemi per l’ecosistema. Il mare è arrivato a 21 chilometri dalla foce e potrebbe avanzare ulteriormente.
L’irrigazione, intanto, continua grazie al prelievo dai laghi del nord. Anche se questi, a loro volta, si stanno prosciugando a tempi record: il lago Maggiore, tanto per fare un esempio, in soli tre giorni ha perso un metro. La situazione più seria, in questo momento, riguarda il Piemonte e la Val d’Aosta. In Piemonte sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura. «Al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua potabile – sottolinea il governatore del Piemonte – ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l’agricoltura».
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