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La vergogna incancellabile


di Lamberto Maffei in “Avvenire” del 27 marzo 2022

Giungono, sempre più martellanti e drammatiche, le notizie dall’Ucraina, un Paese bello e ricco di storia, disteso come un ponte tra l’Europa orientale e quella occidentale. Da molti giorni ormai l’Ucraina subisce un’aggressione violenta con migliaia di morti e distruzione di villaggi e città, a opera di un Paese un tempo fratello guidato da un uomo nel quale il gene della fratellanza e della collaborazione sembra sia stato cancellato.

I Paesi Ue si sono generosamente impegnati nell’accoglienza di donne, bambini, anziani, e l’Italia non è stata da meno. Pure quelle nazioni che fino a oggi si erano rifiutate di ospitare anche piccoli numeri di immigrati o che avevano pagato altri governi affinché i profughi non li raggiungessero. C’è da essere contenti e orgogliosi di questa ritrovata unità europea che si impegna in una accoglienza generosa, spontanea e anche affettuosa, però non possiamo dimenticare che da diversi anni molti governi europei hanno ostacolato attivamente o cercato di smantellare ogni forma di accoglienza verso i profughi. Eppure anche allora, occorre precisare, si trattava di accogliere donne, bambini e giovani uomini che rischiavano di trovare nel cimitero del mare la fine del loro viaggio della speranza, lungo e pieno di pericoli. Navi o addirittura piccole barche che avevano soccorso questi esseri umani in condizioni disperate trovavano enormi difficoltà ad approdare nei vicini porti europei e le imbarcazioni venivano lasciate in mare per giorni e anche settimane. Questi profughi di serie B venivano e vengono considerati 'invasori' e quando scompaiono nel cimitero del mare, prevale l’indifferenza se non addirittura un inconfessabile sollievo per la diminuzione del loro numero. È pur vero che noi con gli ucraini condividiamo certamente cultura, storia e religione cristiana, e che a differenza degli immigrati che giungono dal mare, tra i quali i cristiani non mancano, condividiamo una caratteristica, che nominarla come fattore di discriminazione è già vergogna: il colore della pelle. Discriminare gli sventurati, i bambini, le donne, i giovani uomini che fuggono da guerre, povertà, torture è stato, è e sarà sempre vergognoso. Gli uomini sono tutti uguali e amano, odiano, hanno fame, provano dolore, si disperano e pregano Dio per non morire. Se finalmente gli europei si mostrano generosi, uniti e contenti di poter dare un aiuto ai fratelli, d’altro canto abbiamo il dovere di non dimenticare la vergogna di avere ignorato attivamente la fine a cui condanniamo altri esseri umani come noi, come se un Mefistofele ci avesse chiuso occhi e cuore e anche il cervello in una intollerabile discriminazione tra buoni e cattivi. Possiamo davvero sperare che il dramma dell’Ucraina abbia provocato un risveglio cosciente di affetti e doveri, un risveglio dell’anima che ci auguriamo possa essere, in un futuro non troppo lontano, di tutti verso tutti?


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